“Il gioco può creare dipendenza”.
Esclama una delle giudiziose ed avvedute pubblicità progresso sfornate dallo Stato.
In realtà, il gioco cosparge rovina e disperazione nell’esistenza di chi decide che quello deve essere il diabolico veleno da iniettare nella propria quotidianità, quello chiamato ad inondare psiche e linfa vitale, fino a logorare tutto: serenità, emotività, equilibrio, oltre che le finanze.
Il vizio del gioco è molto più radicato nella nostra società di quanto possiamo immaginare e rappresenta un copioso e putrida fiume nel quale annegano precarietà e costernazione che inducono a rilevare in un “gratta e vinci” un’effimera e chimerica ancora di salvezza alla quale appigliarsi.
In realtà, il gioco è un vortice di mestizia nel quale, chi rimane travolto, sprofonda con la medesima repentina e straziante impotenza di chi si imbatte nella spietata e truculenta morsa delle sabbie mobili.
Dalla zona collinare ai quartieri, passando per la provincia di Napoli e d’Italia, tutti i giorni, si ripetono le medesime. Ovunque.
Donne che freneticamente grattano quel brandello di speranza intriso nel cartoncino che premurosamente stringono tra le mani, insieme alla labile aspettativa di una vita migliore, più “ricca”, fondamentalmente, di quella serenità avulsa dalle preoccupazioni insite nell’incertezza legata agli stenti che demarcano l’era moderna, simile a quella di un padre che non sa se riuscirà a pagare la retta universitaria di suo figlio o di una madre che vorrebbe concedere un pranzo più congruo alla sua famiglia o di un novello sposo che non sa se riuscirà a pagare la rata del mutuo o la bolletta della luce o di un’anziana, stanca di vivere di rinunce e sacrifici, ancora e sempre.
Assurdo, paradossale, illogico, insensato che a “giocare”, prettamente, siano proprio “i precari” ed “i disperati”, quelli chiamati ad improvvisarsi equilibristi ed imparare celermente a fare i salti mortali per far quadrare i conti.
Accade perché, abilmente, quei nomi, beffardi e millantatori: “turista per sempre”, “oro e diamanti”, “mega miliardario”, “maxi miliardario”, “sbanca tutto”, “cominciamo bene”, “un mare d’oro”, “una barca di soldi”, “magico tesoro”, “mi sento fortunato”, “portafortuna”, fanno si che quei “cartoncini magici” si travestano da “ultima spiaggia” nella quale approdare per ambire alla conquista di una lauta somma utile per “mettere le cose a posto” e fuggire da quella schiacciante ed insopportabile realtà.
I “gratta e vinci” disseminano la speranza di una vita migliore ed i loro nomi, così come gli slogan e le pubblicità che li introducono, legittimano a sognare.
Comprendi quanto è devastante quella dipendenza e come siano distruttive le conseguenze che apporta alla psiche ed anche alle vite delle sue impotenti vittime, quando, dopo aver più e più volte “grattato a vuoto”, il giocatore si imbatte in un vincita che potrebbe fargli almeno recuperare la somma giocata fino a quel momento ed, invece, la richiesta indirizzata al rivenditore è sempre la medesima: “Me ne dia un altro”.
E vanno avanti così per ore, finché le tasche non urlano: “Basta!”
Perché vuote e stanche di assistere a quell’autolesionistico e deleterio scempio.
Che la protagonista della suddetta scena possa essere una vecchietta che da poco ha ritirato la pensione è un aspetto che incute ancor maggiore suggestione. Eppure ce ne sono tante in grado, nell’arco di una mattinata, di “grattare” l’intera cifra riscossa appena qualche ora prima e che avrebbe dovuto consentirle quanto meno di “sopravvivere” per un intero mese.
Coloro che imperversano in una condizione economica “tranquilla”, invece, giocano per inseguire “il sogno”, nel senso più veritiero e grandioso del termine: l’auto possente, la villa con piscina, il viaggio ai Caraibi.
Quella tipologia di giocatori, forse anche perché supportati da una condizione culturale ed ideologica differente, talvolta, si palesano capaci di riconoscere la propria dipendenza e decidono anche di affidarsi alle cure di uno specialista.
Quando, però, si ritrovano a ricadere in quel turbine di “gratta e spendi”, chiedono al tabaccaio di vietargli di andare oltre una cifra prestabilita e gli intimano di farlo in ogni caso, a tutti i costi, vestendosi, così, dell’ancor più effimera e maliarda illusione di poter domare quello spietato vizio. Poiché, quando giunge quel preteso ed antecedentemente accordato “stop”, quella tipologia di giocatore, inscena la performance più imbarazzante ed al contempo maggiormente emblematica di quella prigionia di dipendenza che soggioga la sua impotente e debole mente.
Minacce, urla ed intimidazioni di qualsivoglia genere e natura contro quello stesso “tabaccaio alleato” al quale, pochi bricioli di attimi prima, aveva umilmente rivelato tutta la propria desolante fragilità.
In nome di quella subordinazione ai “gratta e vinci” ho visto bambini piangere ed implorare le madri, affinché gli concedessero 10 centesimi del loro tempo e delle loro finanze, per comprargli una caramella: una vana ed inascoltata speranza, illusoria ed insensata richiesta.
Al cospetto della brama del gioco, nulla può nemmeno l’amore di un figlio.
Quello che, sovente, quelle madri indirizzano ai loro bambini è un sonoro ceffone piuttosto che un acceso rimprovero verbale, perché hanno osato disturbarle mentre erano intente a “grattare”.
Altre madri, invece, coinvolgono i loro figli, rendendoli partecipi di quel gioco al massacro, consentendogli di scegliere in quale di quegli accattivanti nomi investire brama e denaro e vogliono, fortemente vogliono, che siano i loro stessi figli a “grattare”, inconsapevoli di quanto deleterio sia quell’atteggiamento per l’educazione e la crescita sana dei loro reali “brandelli di speranza in un futuro migliore”, designandoli eredi, in primis, di quell’altamente distruttivo vizio.
Esistono madri, divorate dal gioco fin dentro al midollo, alle quali non importa altro che “grattare” ed impongono ai loro figli di attraversare strade trafficate o di aggirarsi per strada da soli per recarsi ad acquistare per loro quel millantatore tagliando, seppur siano consapevoli che “il gioco è vietato ai minori” e, pertanto, è severamente vietato ai tabaccai rilasciare “gratta e vinci” ai bambini.
Si inscena così un braccio di ferro infinito che non ha vincitori, ma solo vinti: i bambini.
Il gioco distorce la reale visione della realtà e non “arricchisce”, ma “impoverisce”, non solo le tasche, bensì inaridisce l’anima e soggioga la mente, rendendola incapace di godere delle vere ricchezze della vita.
Perché “lo Stato” non si aggira tra queste crude e drammatiche realtà per carpirne la gravità, piuttosto che dispensare sterili ed inascoltate frasi ad effetto?
La triste e reale verità scritta a chiare lettere su ciascuno di quei tagliandi è palese e per apprenderla non è affatto necessario grattarli.
Ecco l’elenco di tutte le strutture operative in Campania che offrono supporto per guarire dalla dipendenza dal gioco:
Ser.T ASL NA 5 Castellammare di Stabia NA via De Gasperi 219, 80053 Castellammare di Stabia tel 081 8729798; fax 081 8712229 e-mail: [email protected] Referente GAP: Emilia Colasanto
U.O Ser.T Giugliano in Campania NA via Fortunato del Forno 26, 80014 Giugliano in Campania tel 081 3307911; fax 081 3307934 e-mail: [email protected] Referente GAP: Domenico Cante, tel 081 3307937
Ser.T S. Antimo ASL NA 3 via delle Primule 18, 80029 S. Antimo tel 081 3983121; fax 081 3983125 Responsabile: Gaetano Liguori, Barbara Testa
Ser.T DSB 50 ASL NA 1 Napoli via Janfolla 446, 80144 Napoli tel 081 2546824; fax 081 2546806 e-mail: [email protected] Referente GAP: Stefano Iacone, tel 081 2546805
Ser.T Distretto 84, Torre Annunziata NA via delle vigne 4, 80058 Torre annunziata tel e fax 081 5352305 Referenti GAP: Marina Di Matteo, Patrizia Esposito
UOC Psicosociale per le dipendenze ASL NA 4 Nola NA Via Anfiteatro Laterizio 125, 80035 Nola tel e fax 081 8233757 e-mail: [email protected] Referente GAP: Giuseppe Guarino
UOC Ser.T Nola NA Via Seminario 78, 80035 Nola tel e fax 081 8223523 Responsabile: Saverio Barone
Ser.T ASL NA 3 Casavatore NA Via Marconi 181, 80026 Casavatore tel 081 7052318; fax 081 7052316 Responsabile: Vincenzo D’Auria, tel 081 7052321
Associazione Giocatori Anonimi Napoli Corso S.Giovanni a Teduccio 517, 80100 Napoli tel 333 1437994 e-mail: [email protected]
UO Dipendenze Patologiche Montesarchio BN via Napoli (palazzo Lacerra) s.n.c, 82015 Montesarchio Tel e fax 0824 849152 Referente GAP: Marcello Parente
Ser.T Ariano Irpino AV Piazza Fontanelle snc, 83035 Grottaminarda tel 0825 441232, fax 0825426409 sito: www.asl1.av.it e-mail: [email protected] Responsabile: Giuseppe Straccia, tel 0825 426326 – 335 6902733
UO Ser.T Vallo della Lucania SA via M. Mainetti, 84078 Vallo della Lucania tel 0974 717651; fax 0974 72341 e-mail: [email protected] Responsabile: Antonio Mondelli
Ser.T Agropoli Asl SA 3 SA Via Salvo D’Acquisto, 84043 Agropoli tel e fax 0974 828283 Dott.ssa Desiderio, Dott. Baselice Tel 0974 847736, 0974 847735
Cooperativa Sociale ISKRA, Sala Consilina SA via Roma 27, 84036 Sala Consilina tel 0975 22713; fax 0975 22731 Referente GAP: Gianni Mario D’Ambrosio
Gruppo Logos Onlus Salerno via M. Pironti 14, 84100 Salerno tel 089792800; fax 0892750056 e-mail: [email protected] sito: www.gruppologosonlus.it Referente GAP: Gabriella Cavaliere