Quello di Elena Ceste è un dramma tutto italiano, che coinvolge e commuove l’intero Paese e che riflette un disagio sempre più solidamente affermato tra le ordinarie mura di quotidianità che vivono accanto o di fronte o poco distanti da noi.
Indagato per omicidio il marito di Elena, il cui corpo è stato ritrovato otto mesi dopo la scomparsa in un canale di scolo a 800 metri dalla villetta di Costigliole d’Asti.
Michele Buoniconti, 44 anni, marito della vittima è lui il principale indagato.
“Me lo aspettavo, speriamo che serva per cercare la verità”. Questo il commento a caldo dell’uomo al cospetto dell’avviso di garanzia che gli è stato notificato.
Sono le 8,10 del 24 gennaio quando alcuni testimoni vedono Elena per l’ultima volta: era in cortile, vestita troppo leggera per le temperature invernali. Aveva detto al marito che non si sentiva bene chiedendogli di accompagnare i figli. Il suo corpo è stato ritrovato nudo (vicino una scatolina con unghie di plastica) alle 9,50 di sabato scorso, nove mesi dopo, a meno di due chilometri dall’abitazione di famiglia, nel territorio di Isola.
Scavando nella vita privata di una donna votata al ruolo di madre, dal suo profilo Facebook, gli inquirenti hanno scovato le tracce di una seconda vita. Contatti e relazioni con altri tre uomini, identificati e interrogati, ma anche i segni della depressione di una persona che forse non era riuscita – in 5 anni – ad adattarsi, lei torinese e analista chimica, a un’esistenza isolata. La sera precedente alla scomparsa, lei e il marito avevano litigato. Lui era geloso, aveva letto i messaggi – inequivocabili – lasciati su Facebook, aveva individuato un uomo che «minava la loro serenità».
Il marito è stato interrogato più volte dai carabinieri e dal pm Laura Deodato. A fronte di qualche piccola contraddizione e inesattezza, in sostanza, il suo racconto aveva sempre tenuto. Scrive un diario di quei giorni. Minuzioso e preciso. Elena lascia il pigiama, le calze, davanti al cancello; le pantofole, l’assorbente usato, un maglione rovesciato nel cortile. Lui raccoglie e consegna tutto ai carabinieri. Come usciti dalla lavatrice, neanche un filo d’erba o una traccia di fango. E gli occhiali, l’uomo dichiara di averli trovati in un secondo momento.
Ma come può una persona fortemente miope allontanarsi da casa senza occhiali?
L’ipotesi più accreditata al momento è che Elena è stata uccisa tra le 8,10 e le 9 e che il corpo portato nel canale più tardi, magari di notte.
L’esame autoptico sul corpo della donna, che dovrà dare indicazioni su come e quando la casalinga è morta, verrà eseguito domani.