Si studiano i disegni della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni del parco Verde di Caivano, violentata e scaraventata nel vuoto da uno dei primi piani dell’isolato 3 della palazzine Iacp, la mattina del 24 giugno scorso.
Un testamento inconsapevole: gli ultimi disegni lasciati dalla piccola.
Disegni colorati e semplici.
Ad un primo e grossolano esame, possono sembrare quasi “scarabocchi” innocenti di una bimba della prima elementare con difficoltà di apprendimento. E che invece, sia gli inquirenti che il pool di avvocati della famiglia della povera bimba, sono convinti che possano nascondere la traccia di quella angoscia e del calvario che hanno accompagnato gli ultimi mesi della troppo fugace esistenza di Fortuna.
Pecorelle e alberelli per imparare a contare.
E poi la chiesa, praticamente attaccata alla scuola, con il tetto di un vivido arancione in primissimo piano, con il campanile colorati di verde, e gli isolati circostanti, rosa e ancora arancione, ma più piccoli. Sorprende che queste due ultime rappresentazioni presentino quelle grate, che invece nell’isolato 3 mancano al terzo e all’ottavo piano. I due ballatoi della morte. Un secondo disegno proietta una certa inquietudine.
Sotto la scritta «palazzi con appartamenti», tinta dalla bambina con il colore rosso, compare una sorta di rettangolo allungato, che inezia con quel pentagono che spesso rappresenta la casa disegnata dai bimbi piccoli. Nessun particolare – come invece erano state riportate le grate degli edifici nell’altra rappresentazione grafica -, nemmeno quello dell’ingresso. Un senso di disorientamento e di assenza dalla realtà visiva, ripetuto nella «villetta con giardino», rappresentata da una sorta di alberello e da un accenno di un volto indefinito. Tanto che la maestra segnò sotto il disegno un «Hai disegnato male». Potrebbe essere questo disegno, quell’unica traccia di malessere, paura e disorientamento che aveva preso il sopravvento nella piccola. Insomma per dare un nome e un volto all’orco, che dopo aver abusato in maniera bestiale della bambina l’avrebbe pure scaraventata nel vuoto, la procura di Napoli Nord non tralascia alcun particolare. E anche se la Procura non conferma, sembra che negli abiti che la piccola indossava sarebbero state individuate tracce di Dna.
«E allora – chiedono gli avvocati Angelo e Sergio Pisani e Gennaro Razzini, legali della famiglia Loffredo – come è accaduto per Yara Gambirasio, si disponga il prelievo del Dna per tutti i condomini dell’Isolato 3. Fortuna presto avrà giustizia. A quanto ci risulta, nessun teste avrebbe ritrattato, anzi le nostre indagini vanno nella giusta direzione».