In tantissimi ci avete scritto, curiosi e finanche preoccupati per l’assenza della ricciola!
Un fenomeno che disarma e sconcerta: contro ogni aspettativa, sfatando qualsiasi luogo comune e oltre ogni pronostico, la ricciola vince la sua battaglia virtuale contro il toro, macinando un assai più considerevole numero di consensi!
Il popolo del web premia la ricciola, questo equivale a dire che alle donne piace l’uomo pantofolaio e che passione, fisicità e muscoli sono ideali ormai tramontati?
È difficile stabilirlo con precisione.
Eppure, quelli proposti sono due stereotipi che incarnano due ideali di uomo in netta e marcata antitesi.
È impossibile non esprimere una preferenza esplicita e al momento i numeri premiano l’impacciata timidezza della ricciola a discapito dell’esuberante intraprendenza del toro.
Tuttavia ciò non concorre affatto ad iniettare un’incoraggiante dose di autostima al nostro beniamino.
Diversamente cesserebbe di essere la ricciola!
Lo avevamo lasciato reduce da una notte di passione, in cui è stato oggetto di fantasie e desideri della sua preda virtuale.
Come sarà proseguita la conoscenza?
Nei giorni successivi all’incontro, la ricciola si chiude in un silenzio ermetico: un po’ perché ha bisogno di metabolizzare quanto accaduto sotto il profilo prettamente fisico, un po’ perché non sa come comportarsi.
Farsi vivo o aspettare che si lei a farsi sentire?
Questo è il dilemma che attanaglia la scatola cranica della ricciola.
Di contro, lei in quanto donna e in quanto donna alla prima esperienza con una ricciola, desidererebbe recepire un cenno vitale da parte di lui, giusto per capire che effetto ha sortito il tanto atteso incontro.
Gli è piaciuto o non gli è piaciuto?
Questo è il dubbio che attanaglia la scatola cranica della preda della ricciola.
Passano i giorni, il pathos aumenta da ambo le parti e solo il più impavido può decidere di rompere silenzio ed indugi e farsi vivo.
E il più impavido non è la ricciola, proprio per indole e conformazione genetica.
Quindi è lei in una monotona sera infrasettimanale a stravolgere la routine del dopocena della ricciola, a base di zapping e sbadigli, con un messaggio neutro: “Ciao, come va?” oppure con un pacatamente ironico: “Hey ciao, ti ricordi di me?”
In ogni caso, l’effetto che quel messaggio sortisce sugli ormoni della ricciola è tanto immediato quanto incontrollabile e ciò non gli consente di smettere di pensare a quelle scene di sfrontato sesso di cui è stato protagonista e spettatore passivo, tant’è vero che dopo pochi fugaci scambi di battute, la ricciola si imposta in modalità “sesso virtuale on”.
Un clamoroso passo indietro o meglio una situazione di statica inerzia che non consente a quella conoscenza di evolvere e che si protrae per un periodo di tempo indefinito.
Settimane ricolme di messaggi che si alternano a weekend di latitanza.
Si va ad oltranza per mesi tra un “mi pento di non averti fatto questo… “ e un “se ti avessi qui ora ti farei quest’altro”, ma quando c’è da passare ai fatti, la ricciola si nasconde dietro alibi sterili, quali inderogabili riunioni familiari, feste di compleanno di amici sbarcati dalla Papuasia solo per festeggiare insieme agli affetti più cari, infiniti malanni, attacchi febbrili ed indisposizioni varie, il telefono che si scarica nel fatidico momento di fissare l’orario dell’incontro: ebbene si, accade anche questo. Sopraffatto da chissà quale ansia o paranoia, la ricciola spegne il telefono per riaccenderlo quando “il pericolo organizzazione-uscita” può considerarsi superato.
Lei è ammirevole, perché ci crede tutte le volte, gli crede ogni volta.
Neanche il “gruppo delle acerrime amiche” nel corso delle plurime riunioni organizzate per analizzare il caso riesce a stilare un profilo psicologico preciso e ad inquadrare la strada da perseguire per stanare la ricciola.
Il gruppo si divide in due fazioni avverse, capeggiate da intransigenti e contrapposti slogan: “lascialo perdere” e “insisti”.
Gli esponenti di quest’ultimo partito, nella fattispecie propinano i consigli più disparati: “inviagli foto hard”, “stuzzicalo sempre di più”, “mettilo davanti al fatto compiuto: ti aspetto qui a quest’ora.”
E quest’ultimo diventa il consiglio che genera qualcosa di inaspettato: anche quelle della fazione “lascialo perdere” concordano che sia la strada/ultima spiaggia più utile da perseguire per cercare di estorcere una reazione.
Come reagirà la ricciola a questa mossa frutto della diabolica complicità di plurimi neuroni femminili?