Al Nord, e lo dice uno che al Nord ci vive, Napoli viene spesso fraintesa. Le persone, molto semplicisticamente, si limitano a commentare i fatti riguardanti la città e la sua provincia con un raccapricciante “è Napoli, perché stupirsi?”. Non tutto il mondo è paese, per fortuna, ed il tentativo di avvicinarsi anche alle problematiche del Sud è vivo in molti ‘polentoni’, che pretendono di sapere, e non parlano ‘per sentito di dire’ o semplicemente per dare aria alla bocca.
In questa prospettiva, ho trovato molto interessante che l’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con l’ASU e con il Sindacato degli Studenti, abbia organizzato il ciclo di incontri La Mafia non esiste?, per sensibilizzare gli studenti e la cittadinanza tutta su di un tema troppo spesso snobbato e posto in secondo piano, per lo meno nel nord Italia.
In particolare, l’8 ottobre, presso la suggestiva Sala dei Giganti di Padova, è stata ospitata la cooperativa onlus Il Tappeto di Iqbal, che opera nel quartiere Barra di Napoli, e che ha saputo proporre uno spettacolo teatrale fresco e genuino, nel quale le testimonianze di persone vere, che sono cadute nella trappola della malavita, e che dalla stessa trappola sono riuscite a liberarsi, sono state apprezzate da un pubblico ricco e partecipe. Questa è la storia di Giudecca, storie sommerse dal ghiaccio.
Le testimonianze di Mario, Davide, Vincenzo, Mariarca e Carmelina hanno saputo commuovere e far riflettere. In sala si è riversato “l’urlo della strada, l’urlo di Napoli nei vicoli, nelle periferie dimenticate da ogni Dio, dove nascono Dei su misura”.
I volontari del Tappeto di Iqbal hanno saputo trasmettere un forte messaggio contro ogni tipo di discriminazione e ineguaglianza sociale, contro l’apatia, l’indifferenza e la scarsa considerazione per le generazioni del presente e quelle che verranno. Un messaggio chiaro, al quale non si può, e non si deve, restare indifferenti.