Un fax inviato alla Procura di Roma che dirama parole che fanno quasi più male degli spari scaturiti da quelle stesse mani.
Così Daniele De Santis, l’ex ultrà romanista che lo scorso 3 maggio ha sparato a Ciro Esposito, Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, ha reso nota “la sua verità”.
“Ho avuto paura e ho sparato“.
Questa la motivazione con la quale “Gastone” giustifica quei ferini spari ed è la prima volta che ammette le sue colpe, dopo che nei mesi antecedenti aveva sempre negato le sue responsabilità nel determinare il tragico epilogo di quegli scontri.
“Non sono un mostro ma non sono pronto per affrontare l’interrogatorio“.
Scrive anche questo Daniele De Santis. L’ultrà romanista è accusato dell’omicidio di Ciro Esposito durante gli scontri della finale di Coppa Itali e dovrebbe essere interrogato il prossimo 9 ottobre.
Nella lettera, tra le ragioni addotte dal 48enne per provare a posticipare l’udienza, motivi di salute e la volontà di “riflettere ulteriormente su quanto avvenuto”.
”Voglio prima risolvere i miei problemi di salute” ha scritto l’indagato che ha chiesto ancora tempo per fare chiarezza ”su quanto avvenuto”. I pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio sono comunque intenzionati a presentarsi in ospedale, anche solo per mettere a verbale quello che De Santis ha per il momento annunciato. Anche in occasione dell’interrogatorio di garanzia, l’ex ultrà si era avvalso della facoltà di non rispondere perché ancora in stato di shock per le ferite subite negli scontri.
Ferite per le quali è ricoverato nella struttura protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo.
La missiva inviata ai pm sarebbe lunga almeno due pagine. Una sorta di memoriale, secondo i suoi difensori, gli avvocati Tommaso Politi e Michele D’Urso, che hanno chiesto di secretare l’atto. “Non sono un mostro e la verità su quanto accaduto sta emergendo” scrive ancora De Santis. Sono preoccupato per il fatto che su internet è rintracciabile l’indirizzo dei miei genitori”.
La lettera è “una spiegazione abbastanza articolata di quello che in questo momento sta vivendo. Il mio assistito, che è stato di recente colpito da ischemia, ha chiesto la massima riservatezza della lettera“, ha sottolineato Politi.