Classe, talento, eleganza, sopraffino ballerino di samba, dentro e fuori dal campo, un portento di tecnica e precisione, senso della posizione e fiuto del gol, attaccante geneticamente determinato da quel mix letale di velocità, potenza e predisposizione naturale nello sterminare difese e macinare gol.
Questo e molto altro era Antônio de Oliveira Filho, meglio noto come Careca nato ad Araraquara una popolatissima cittadina di San Paolo, in Brasile, il 5 di ottobre di 54 anni fa.
Careca, un nome che a Napoli evoca la pelle d’oca e rispolvera ricordi frastornati da esultanze fragorose, molto, molto simili, nel cuore e nelle emozioni, al tripudio che contraddistingue il Carnevale di Rio.
Careca è un mito, un’icona, una pietra miliare della storia calcistica di questa città che eternamente vedrà in lui uno dei suoi figli più umili, servili, devoti e disciplinati.
Careca era quello che “tirava le bombe” che generavano esplosioni di gioia incontenibile da parte del popolo partenopeo.
Careca è l’ultimo tassello di quel mosaico perfetto ed encomiabile che componeva il quadro perfetto: quella “MA-GI-CA” destinata a cullare per sempre i sogni dei cuori azzurri, perché difficilmente il calcio moderno saprà consegnare “eroi del pallone” di analogo calibro.
Buon compleanno mito, chi ama non dimentica… E Napoli non smette mai di amare chi sa conquistare un sincero posto nel suo cuore.