Al terzo giorno di feroci scontri per le vie di Napoli, l’organizzazione dell’insurrezione era ancora lasciata gestire dai singoli capipopolo di quartiere, mancando del tutto i contatti con le forze strutturate dell’antifascismo come il Fronte Nazionale.
Di contro, emergevano figure locali che assunsero il comando delle operazioni nei vari quartieri della città, come il Prof. Antonio Tarsia in Curia (Vomero), il Tenente Colonnello Ermete Bonomi (Materdei), il capitano Carmine Musella (Avvocata), Carlo Bianco, medico Aurelio Spoto (Capodimonte), il capitano Stefano Fadda (Chiaia), il capitano Francesco Cibarelli, Amedeo Manzo, Francesco Bilardo (Duomo), Gennaro Zenga (Corso Garibaldi), il Magg. Francesco Amicarelli (Piazza Mazzini), il Cap. Mario Orbitello (Montecalvario), il Magg. Salvatore Amato (Museo), il Ten. Alberto Agresti (Via Caracciolo, Posillipo), Raffaele Viglione (Via Sant’Anastasio) e l’Im. Tito Murolo (Vasto); mentre tra i giovani si distinse Adolfo Pansini, studente del liceo vomerese Sannazaro.
Nella Piazza Giuseppe Mazzini, presso l’edificio Scolastico “Vincenzo Cuoco”, i tedeschi attaccarono in forze con i carri armati – i Panzer Tigre – e non più di 50 ribelli tentarono strenuamente di opporsi ma dovettero subire il pesante bilancio di 12 morti e più di 15 feriti.
Anche il quartiere operaio di Ponticelli subì un pesante cannoneggiamento, in seguito al quale le truppe tedesche procedettero ad eccidi indiscriminati della popolazione penetrando sin dentro le abitazioni civili.
Altri combattimenti si ebbero nei pressi dell’aeroporto di Capodichino e di Piazza Ottocalli, dove morirono 3 avieri italiani.
Nelle stesse ore, presso il quartier generale tedesco in corso Vittorio Emanuele, ripetutamente attaccato dagli insorti, avvenne la trattativa tra il Col. Walter Schöll e il Ten. Enzo Stimolo per la riconsegna dei prigionieri del Campo Sportivo del Littorio; Walter Schöll ottenne di aver libero il passaggio per uscire da Napoli, in cambio del rilascio degli ostaggi che ancora erano prigionieri al campo sportivo.
Per la prima volta in Europa i tedeschi trattavano alla pari con degli insorti civili.
Giovani meditate, molti dei nomi sopracitati, probabilmente, li avrete associati a quelli di rinomate strade o piazze della città.
Adesso saprete di quali gesta hanno saputo rendersi auto quegli uomini per diventare una perpetua ed ossequiosa parte di Napoli.