Il 28 settembre 1943, alle pendici del Vesuvio, si viveva quella che verrà ricordata come la seconda delle “quattro giornate di Napoli“, grazie all’aumento esponenziale del numero di cittadini napoletani che con il passare delle ore si univano ai primi combattenti.
Così, gli scontri si intensificarono.
Nel quartiere Materdei una pattuglia tedesca, rifugiatasi in un’abitazione civile, fu circondata e tenuta sotto assedio per ore, sino all’arrivo dei rinforzi: alla fine 3 Napoletani persero la vita.
A Porta Capuana un gruppo di 40 uomini si insediò, con fucili e mitragliatori, in una sorta di posto di blocco, uccidendo 6 soldati nemici e catturandone altri 4, mentre combattimenti si avviarono in altri punti della città come al Maschio Angioino, al Vasto e a Monteoliveto.
I tedeschi procedettero ad altre retate, questa volta al Vomero, ammassando numerosi prigionieri all’interno del Campo Sportivo del Littorio, cosa che scatenò la reazione degli uomini di Enzo Stimolo, che diedero l’assalto al campo sportivo, determinando, dopo aver dovuto fronteggiare un’iniziale reazione armata, la liberazione dei prigionieri, il giorno successivo.