Si è svolta ieri pomeriggio in Piazza Dante la manifestazione “Vogliamo verità e giustizia per Ciro Esposito“.
Diverse centinaia di persone, tifosi, artisti, gente comune sono scesi in piazza per fornire supporto alla famiglia Esposito e sposare la loro causa.
Tra i tanti spiccano i ragazzi del Rione Traiano, giunti per portare il loro sostegno alla manifestazione, introdotti da un eloquente striscione che recita: “Giustizia per Ciro e per Davide”.
“A quattro mesi dall’omicidio di Ciro Esposito, per mano di Daniele De Santis, ogni tanto, come bombe a orologeria, emergono nuove ricostruzioni dei fatti che tentano di capovolgere le realtà e, come sempre, offendono la verità, mortificano la città di Napoli, la sua tifoseria e i suoi cittadini». Inizia così l’appello letto nel corso della manifestazione.” Recita l’appello letto nel corso della manifestazione e firmato, tra gli altri, dai familiari di Ciro Esposito, il padre, la madre, e lo zio, ma anche da comitati e personaggi in vista dello spettacolo e della politica della città che vive all’ombra del Vesuvio, come Gianni Maddaloni, padre Aniello Manganiello, Gennaro Migliore e Simone Schettino.
“Le notizie su De Santis, – è scritto ancora nell’appello – che avrebbe sparato per legittima difesa e che sarebbe stato accoltellato prima dello sparo, con referti di 5 giorni che escono a sorpresa dal bizzarro cilindro dell’ospedale Belcolle di Viterbo, dove attualmente l’ex ultras giallorosso si trova ricoverato, senza che si sappia nemmeno quali lesioni così gravi lo affliggano per non essere in galera, pubblicizzate a gran voce dai media nazionali, sono fantasiose versioni che hanno il chiaro obiettivo di trasformare il carnefice in vittima e rappresentano l’ennesimo attacco a Napoli, al popolo napoletano, a Ciro Esposito e alla sua famiglia».
Nell’appello, i firmatari chiedono di sapere «chi copre Daniele De Santis? Di quale scomoda verità è depositario? Perchè l’ex ultras della Roma legato all’estrema destra è ancora in ospedale a Viterbo e non in carcere? Perchè non si conoscono i nomi dei quattro indagati che erano nel commando insieme a De Santis, notizia prima smentita e poi riconfermata dalle stesse autorità giudiziarie? Sono domande che riteniamo legittime e che pretendono risposte». «Perchè se a sparare fosse stato un napoletano, – conclude l’appello – siamo certi che si sarebbero invocate punizioni pesanti contro il Napoli, Napoli e il suo popolo. Roma non può avere immunità. Lanciamo quest’appello per dire basta: difendiamo la verità».