Oggi pomeriggio, alle ore 16 presso la Sala Azzurra dell’Università Suor Orsola Benincasa, nell’ambito delle attività didattiche del primo Master italiano in Mediazione e Comunicazione interreligiosa ed interculturale, si svolgerà una tavola rotonda dedicata al tema “Il Dio dei Mafiosi: il rapporto tra Religione e Mafia”.
All’incontro prenderanno parte Don Tonino Palmese, già referente regionale dell’Associazione Libera – Nomi e Numeri contro le Mafie, Silvio Lugnano, direttore scientifico del Master in Criminologia dell’Università Suor Orsola Benincasa ed Isaia Sales, docente di Storia delle Mafie al Suor Orsola ed autore del volume “I preti e i mafiosi. Storia dei rapporti tra mafie e Chiesa cattolica” (Dalai Editore).
Nell’occasione Silvio Lugnano presenterà anche il nuovo Master in Promozione, valorizzazione e riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ideato e promosso dall’Università Suor Orsola Benincasa, primo ateneo italiano ad aver attivato oltre tre anni orsono un percorso di alta formazione post laurea specificamente dedicato ai beni confiscati.
La creazione dell’Albo degli amministratori giudiziari dei beni sequestrati alle mafie ha aperto in Italia un grande spiraglio per la formazione di figure professionali che abbiano specifiche esperienze nel settore e siano capaci di invertire la rotta dei tragici numeri sull’economia dei beni confiscati: soltanto il 4% delle aziende confiscate sopravvive, le altre falliscono sia per la cattiva gestione dei nuovi amministratori sia per le procedure burocratiche eccessivamente complesse. Il problema più grave è che dal sequestro alla confisca possono passare anche dagli otto ai dieci anni: in tale periodo la gestione dell’azienda non può che essere conservativa e, in assenza di investimenti, il depauperamento del patrimonio e delle possibilità di sopravvivenza portano alla inevitabile chiusura con liquidazione dell’azienda e perdita di lavoro dei dipendenti.
“Appare evidente – spiega Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa e direttore scientifico del Master sui beni confiscati – che, per invertire questo trend, uno dei primi interventi utili sia quello di formare operatori che non abbiano soltanto le competenze richieste alle professionalità tradizionali di avvocati e commercialisti ma posseggano anche doti manageriali e un profilo tale da assicurare estraneità e neutralità rispetto al fenomeno mafioso e alle sue connotazioni territoriali, in modo da garantire un decisivo contributo alla sopravvivenza e allo sviluppo delle aziende. E sarà proprio questo l’obiettivo del nostro Master”.
La novità di quest’anno per il Master sarà una borsa di studio dedicata a “Don Peppe Diana” e riservata ai laureati residenti nel Comune di Casal di Principe.