In Campania, stamattina, oltre 900.000 studenti di ogni ordine e grado hanno definitivamente archiviato la vita da vacanzieri, pregna di giochi, videogame e cartoni animati per ritornare a sedersi tra i banchi delle 1.027 scuole della regione.
Anche se è passato un bel po’ di tempo, me lo ricordo bene com’è il primo giorno di scuola.
Emozioni contrastanti si distribuiscono insieme ai libri all’interno di una cartella ancora non troppo popolata ed onerosa: la gioia di rivedere i compagni e raccontarsi i mesi di vacanza (anche se, ormai, Facebook e le moderne tecniche di comunicazione hanno contribuito non poco a scardinare questo genere di “effetto sorpresa”), l’ansia della consegna dei compiti estivi, soprattutto se quegli ostici esercizi di matematica proprio non riuscivano a vincere la lotta ad armi impari con rastrello e paletta, il tanto temuto incontro con gli insegnanti, quindi “le conferme” e “le sorprese” rappresentate dalle new entry, puntualmente accompagnate dall’accorata preghiera che ad andare via siano quei prof. capaci di tramandarsi, di generazione in generazione, la fama dei “bastardi” o per dirla in maniera più soft, dei severi ed intransigenti sergenti della disciplina.
Di contro, l’auspicio è che ad ereditarne il testimone siano docenti giovani, più propensi al dialogo e meno avvezzi a far sgobbare sui libri quelle acerbe e svogliate menti.
Durante il primo giorno, si sa, difficilmente ci si può trovare ad osteggiare un’interrogazione, difatti sarebbe un po’ come scaraventare un panchinaro in campo, senza avergli consentito prima di praticare il doveroso e cautelativo riscaldamento. Qualche prof. intavola lezioni spicciole, qualcun altro discorsi generici, chiedendo alla classe di riassumere brevemente le proprie vacanze o propinando il classico sermone di inizio anno.
Tuttavia, nel corso degli anni, tante cose sono cambiate, la scuola e le dinamiche che la costituiscono sono profondamente mutate: mancanza di insegnanti di sostegno, tempo pieno in forte riduzione e sovraffollamento delle classi sono i problemi che segnano l’inizio di quest’anno.
Ma gli alunni sono solo alunni e respirano emozioni ancor troppo spensierate per carpire la precaria e seria realtà nella quale imperversa quella stessa scuola alla quale, in queste ore, guardano con occhi densi di rassegnata malinconia.