Non poteva esservi un debutto peggiore per il Napoli tra le mura casalinghe del San Paolo nell’ambito del Campionato di massima serie targato 2014/15.
Analoga sorte risulta imbastita nelle cuciture della “maglia-jeans”, grande innovazione presentata in settimana, contornata dalle parole del neo-acquisto David Lopez e destinata a contendersi il primato di “notizia da prima pagina” con il “caso-Benitez”.
L’allenatore azzurro, durante la conferenza stampa di ieri, dopo essersi lasciato alle spalle polemiche ed illazioni relative alle vacanze in famiglia di cui ha voluto beneficiare servendosi della sosta per le Nazionali, ha fatto tutto quello che andava fatto e ha detto tutto quello che andava detto per ripristinare il clima ottimale intorno sulla partita odierna.
Eppure l’accorta ed esperta lungimiranza del tecnico spagnolo non bastano per imprimere alla sua squadra le direttive ed il mordente necessario per conseguire la vittoria.
Tant’è vero che il campo, oggi, decreta che cambiando l’ordine dei fattori, o meglio, il nome delle pedine in campo, il risultato non cambia: il Napoli perde contro il Chievo, dimostrando di non aver compiuto, in tal senso, nessun passo in avanti contro le cosiddette “piccole”, rispetto alla scorsa stagione.
Seppure sia una sconfitta maturata con modalità ingiuste e beffarde, soprattutto per quanto mostrato dagli azzurri nei primi 45’: la “solita” collezione di azioni sprecate sotto porta, che trovano la più rabbiosa ed eloquente espressione nel penalty non trasformato dal Pipita Higuaín, nel giorno in cui stacca il tagliando numero 50 con la maglia del Napoli.
Ma il risultato parla chiaro: ai fini degli obiettivi stagionali, contano i punti e non le illazioni.
La classifica non si scala con i “se” e con i “ma”, bensì con i risultati.
La squadra di Benitez, ancora una volta, palesa tutti i limiti e le lacune che intercorrono in talune e nevralgiche zone del campo, ma, soprattutto emerge come un collettivo che in fase di costruzione del gioco, così come nei momenti topici del match, impietosamente urla l’assenza di un leader in campo, capace di trascinare il gruppo e/o estrarre quel coniglio dal cilindro che, in partite come quella odierna, si rivela condizione sine qua non.
Pertanto, prevedibile e puntuale è giunta l’ennesima contestazione dei tifosi indirizzata al Presidente De Laurentiis.
I supporter di fede azzurra, proprio non riescono a perdonargli la politica parsimoniosa e morigerata operata durante il mercato estivo che gli ha negato la gioia di poter acclamare un top player e, con lui, la serenità di cullare sogni calcistici tranquilli.
E, al cospetto di partite come quella odierna, forse, il patron azzurro farebbe bene ad annotare sul taccuino della spesa un imprescindibile promemoria: “senza denari non si cantano messe”…