Il Rione Traiano vive il suo giorno più triste.
Dopo il violento temporale che ha infervorato l’anima della notte, torna a splendere il sole su quella ferita che sanguina, ormai, incessantemente da sette giorni.
Splende il sole, eppure nell’aria volteggiano dolore e strazio. Quelli che irrimediabilmente accompagnano l’ultimo saluto ad una vita prematuramente strappata alle terrene sorti.
È il giorno dei funerali di Davide Bifolco, il 17enne ucciso da un colpo d’arma da fuoco esploso dalla pistola d’ordinanza di un carabiniere nell’ambito di un inseguimento.
La notte della tragedia straziante, quella vissuta nel quartiere partenopeo appena sette giorni fa, il giorno del dolore dilagante, quello faticosamente respirato oggi.
Ore 10.00, Chiesa della Medaglia Miracolosa. L’intero Rione è in lutto, la Chiesa è gremita, spiccano “i ragazzi in t-shirt bianca”: amici e coetanei di Davide. La bara bianca, ricoperta da un vetro all’altezza del volto, pertanto reso visibile ai presenti.
“Tutti devono vedere quanto era bello”. Spiega il padre nel motivare quella scelta.
Lettere, piccoli oggetti, corone di fiori tra le quali spicca quella del Comune di Napoli, in rappresentanza del quale l’assessore Alessandro Fucito ha presenziato alle esequie. Presente anche Annamaria Carloni, senatrice e moglie di Antonio Bassolino, la quale, a titolo personale, ha dichiarato: «È una grande tragedia che ha travolto un giovane. Sono figlia di un carabiniere ed è una tragedia per la città intera».
In chiesa sono giunti anche i genitori di Ciro Esposito, Antonella Leardi ha motivato così la loro presenza: «Condivido il dolore di una mamma».
Durante il momento più struggente della cerimonia, allorquando tutti i presenti invocano a gran voce il nome di Davide, la madre del ragazzo non regge l’emozione e viene colta da un malore.
Sulla bara è adagiata la maglietta della squadra di calcio in cui militava, il suo allenatore ha raccontato che era un giovane talento e che avrebbe avuto buone possibilità di fare carriera. Se solo, sette giorni fa, non fosse salito in sella a quello scooter per andare incontro a quel turpe destino. Scroscianti applausi demarcano l’uscita del feretro dalla Chiesa, accompagnata dal volo di palloncini bianchi e azzurri che si dirigono, dritti e sinuosi, verso l’immensità del cielo, quasi come a voler indicare la strada da percorrere a quell’anima impreparata ad intraprendere quell’inaspettato e prematuro cammino.