18 Agosto: Ariano Folk Festival-Ariano Irpino.
Il secondo centro demografico, preceduto solo dal capoluogo Avellino, da cui dista 50 chilometri circa ha raggiunto l’apice della densità e della calorosità della popolazione nella sera in cui è giunta la musica di Jovine ad allietare, inebriare ed enfatizzare l’essenza dell’aria puramente e tipicamente estiva.
Musica, impeto e fervore capaci di smuovere le montagne per riprodurre un’onda anomala generata da un mare di corpi, mani, sussulti, vibrazioni, balzi, sobbalzi, passione, ardore. E molto altro ancora.
Un’atmosfera incredibilmente speciale, scaturita non solo dalla massiccia affluenza di “follower del Reggae-Style”, ma dall’accorata ed energica partecipazione del pubblico, giunto ai piedi del palco animato dal chiaro e tangibile intento di beneficiare di ogni singola nota, respirando intensamente, a pieni polmoni, attimo per attimo, dal primo all’ultimo brandello di virtuosismi, musica ed emozioni sviscerati dalla band, quelle emozioni che, di volta in volta, tutte le volte, si rivelano terribilmente abili ad imprimere nei timpani e nei cuori che li circondano.
Una notte suggestiva nella sua semplice e spoglia essenza, capace di sottolineare e suggellare la sacrosanta, ma mai banale verità insita nella “bellezza di cui sono pregne le cose semplici”.
La musica di Jovine è una cosa semplice.
L’anima del popolo di Ariano Irpino è semplice.
Ragion per cui, dalla fusione di due fattori altresì umilmente disadorni di effimeri fronzoli, eppur infinitamente eccelsi nella loro cruda beltà, non poteva che nascere una notte magica.
E non finisce qui.
Giusto il tempo di lucidare gli strumenti e schiarire un po’ la voce, 24 ore dopo, giunge un’altra notte all’interno della quale la band è chiamata a disegnare note, emozioni, sogni e sorrisi.
19 agosto: Jovine approda a Baselice.
Ancora un paesaggio montano all’interno del quale scalfire il sound ed il ritmo, precipuo e distintivo, non della musica Reggae, ma del Reggae suonato, cantato, vissuto, sentito ed interpretato da Jovine.
Ancora un plebiscito di cuori, applausi e bocche assetate di adrenalinica brama di far festa, quella che può essere appagata solo dalla musica di Jovine.
Ormai la vita si appresta ad intraprendere quella discesa che converge nella fine dell’estate, eppure il tour estivo di Jovine è tutt’altro che in procinto di incanalarsi verso la “fase calante”. Quel fervore che arde in petto è decisamente in imbarazzante ed antitetica distonia con maglioni di lana e colori mogi.
Il giorno successivo, si va“a Sud e chesta vita”.
20 agosto: Sant’Agata di Puglia.
Un comune di fondazione medioevale sito in provincia di Foggia che sveste le vetuste spoglie per abbracciare dreads, piercing ed i più leggeri ed attuali abiti di modernità, al cospetto dell’inebriante atmosfera a base di Reggae Music profusa da Jovine.
La stessa energia, la medesima voglia di comunicare con i cuori di tutti, imprimendo in ciascun cuore quel messaggio accartocciato in ogni canzone, all’interno del quale sono amorevolmente custodite sagge e preziose perle capaci di ergersi a tesoro dal valore inestimabile per quelle mani che sanno rivelarsi abili nel carpire e farle proprie.
Eppur è tutto tutt’altro che uguale rispetto alla sera prima e alla sera prima ancora, perché è come se Jovine fosse capace di procreare la performance che gli viene richiesta dal pubblico che ha davanti in quel momento, quella che gli innumerevoli occhi che si fiondano su di lui si aspettano di catturare, quella di cui percepisce che ha bisogno quella gente, esattamente quella gente che ha voluto e saputo rispondere “presente” al suo volitivo ed energico richiamo.
E, a giudicare dalla standing ovation che scandisce, contraddistingue e ne accompagna l’uscita di scena, la musica di Jovine non delude mai le aspettative del pubblico.