Sul trasporto dell’onda emotiva generata da Gomorra, al cospetto della notizia dell’arresto di un boss, si fatica a comprendere se si tratti della vita reale o del trailer della prossima fiction.
Il protagonista di quest’ultima puntata girata a Pozzallo, in provincia di Ragusa è Aldo Gionta, 42 anni, è reggente del clan camorristico partenopeo dei Gionta di Torre Annunziata, figlio del più noto Valentino Gionta, storico boss e fondatore del clan, attualmente detenuto al 41-bis.
I Gionta divenuti “celebri” grazie al film “Fortapasc” nel quale si narra il tragico epilogo della vita del giornalista Giancarlo Siani, negli anni Ottanta, erano alleati a clan di Cosa Nostra operanti in provincia di Palermo e avevano combattuto, alleati al clan dei Nuvoletta, contro la NCO di Raffaele Cutolo.
Soprannominato “il poeta”per il fatto che, Aldo Gionata, dal carcere scriveva nei suoi pizzini frasi indirizzate al figlio e agli affiliati, diventate canzoni interpretate dal neomelodico Tony Marciano, a sua volta arrestato per spaccio di stupefacenti e associazione mafiosa.
L’uomo, latitante da giugno, è stato catturato, insieme ad un altro uomo e due donne, mentre si imbarcava su un aliscafo diretto a Malta da militari in borghese, mimetizzati tra la folla, che hanno atteso che Gionta passasse il controllo dei biglietti.
Si travestiva da turista, anche da donna all’occorrenza, occhiali da vista e parrucche per sfuggire agli arresti.
Questa volta però il travestimento non è servito a salvarlo dal carcere.