È la generazione degli eccessi, quella dei figli, loro malgrado, del benessere, del business e dell’emancipazione, quella troppo avvezza a tramutarsi in deleteria, piuttosto che in educativa e costruttiva.
Sono i ”nuovi giovani”, quelli che ci hanno abituato alle stravaganze delle loro chiome e all’eclettismo dei loro abiti, ma a quell’aridità di contenuti no, proprio non ci si abitua mai.
Alcool a fiumi, sostanze stupefacenti, di qualsiasi genere e natura, sesso facile ed approssimativo, senza sentimento e senza remore né tabù, ricerca incessante di lusso, ostentazione ed esaltazione, come se i soldi fossero una componente caratteriale o un valore.
Quei ragazzi che non vogliono saperne di abbracciare “i tradizionali lavori estivi”, quelli conditi di sacrifici e rinunce: barman, cameriere, aiuto-cuoco, lavapiatti, animatore.
Lavori da evitare, perché troppo lontani dallo status da perseguire, perché richiedono di lavorare tanto per guadagnare poco, o meglio, ti impongono di lavorare. E loro, quei ragazzi, farciti di griffe e paillettes, proprio non sanno cosa voglia dire “lavorare” ed, aspetto ancor più allarmante, proprio non vogliono saperne di “sporcarsi le mani”.
Loro sono scaltri, sono più dritti e giusti, loro cercano la strada che porta ai “soldi facili”: quella che converge nel portafoglio di papà o nell’abbracciare l’attività da Pr o da ragazza-immagine o anche peggio.
Spaccio, prostituzione e Dio solo sa cos’altro sono capaci di inventarsi questi ragazzi, pur di raccattare soldi.
La furbizia, la strafottenza, la scaltrezza, la maleducazione, la più o meno marcata volontà di fregare il prossimo: queste le doti umane e morali che più frequentemente mostrano e dimostrano di possedere questo ragazzi che forse, se riuscissero a distaccarsi dagli schermi dei loro Iphone per ritornare a guardarsi negli occhi, saprebbero più facilmente ritrovare quel genuino ed acerbo senso dell’essere adolescenti.
Eppure, sempre e fin da sempre, si rivela una pratica erronea e superficiale quella di generalizzare.
Pertanto, non ci resta che andare alla ricerca di smentite.