Nel Palazzo reale di Quisisana, a Castellammare di Stabia, in occasione della mostra “Dal buio alla luce”, torna a splendere l’oro dell’antica Stabiae. Fino al 30 settembre però, quando la mostra chiuderà e dei 40 reperti, esposti al pubblico per la prima volta, non sapremo cosa ne sarà.
Provenienti dalle ville romane di Stabiae e databili tutti tra l’89 e il 79 d.C., questi preziosi reperti sono stati finora “reclusi” nell’Antiquarium stabiano, aperto nel 1950 per volere di Libero Orsi, presidente del Comitato per gli scavi di Stabia, e chiuso al pubblico dal 1997 a causa di lavori strutturali – mai realizzati –che dovevano interessare le sale del piccolo museo. Ad oggi però, quello che almeno nelle intenzioni del suo istitutore doveva essere solo un museo temporaneo, è divenuto un mero deposito permanente che conserva al suo interno circa 8000 reperti di valore inestimabile, stipati in casse e preda dell’umidità. Uno straordinario patrimonio di arte antica, che consta di vasi, attrezzi agricoli e di un numero notevole di affreschi dalla qualità e dal pregio senza eguali, i quali costituiscono il nucleo centrale della raccolta.
Scopo della mostra è quindi quello di svelare al pubblico l’importanza del patrimonio culturale stabiano e «condividere» con esso parte di questo immenso patrimonio spingendo affinché la Reggia di Quisisana diventi quel polo museale e incubatore culturale a più livelli in grado di ospitare questo patrimonio di importanza mondiale.
“La mostra è la prova che il museo si può fare – ha detto il sindaco Nicola Cuomo, colui che ha voluto con insistenza questa esposizione – e sono certo che assieme alla Soprintendenza realizzeremo questo sogno”. D’accordo il Soprintendente Massimo Osanna chiamato dall’ex Ministro Bray a dirigere dallo scorso marzo la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Pompei Ercolano Stabia. Osanna, durante la cerimonia d’inaugurazione della mostra, ha infatti affermato che lavorerà duramente affinché la Reggia di Quisisana diventi quel polo museale che ancora manca a Castellammare, una cittadina dalle altissime potenzialità culturali che potrebbe presto diventare parte del patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
In attesa che le istituzioni mettano nero su bianco le loro intenzioni, nelle 7 sale dell’antico complesso borbonico è possibile ammirare vasi arcaici, sculture, attrezzi agricoli in bronzo e una serie di pitture parietali finissime rappresentanti scene di tragedie greche a grandezza d’uomo. Particolare menzione merita il carro di Villa Arianna: ritrovato nel 1981, è forse l’esemplare più completo di veicolo a quattro ruote del mondo romano.
La mostra, allestita in collaborazione con l’Ente Parco regionale dei monti Lattari, vede la partecipazione di diverse associazioni attive sul territorio i cui volontari, durante il week end, accompagnano cittadini e turisti alla scoperta dei preziosi reperti esposti.
Una di queste è il circolo Legambiente Woodwardia, un’associazione di volontariato ambientale operante nei comuni di Castellammare di Stabia e Gragnano, che si occupa, tra l’altro, della promozione del patrimonio culturale dell’Ager Stabianus.
Il giovane Presidente del circolo, Stefano Scanu, contattato dalla nostra redazione, ha rilasciato questa dichiarazione: “La mostra Dal buio alla luce segna l’inizio di una, speriamo, proficua collaborazione tra Amministrazione Comunale e Soprintendenza archeologica affinché si possa realizzare l’esposizione permanente della maggior parte dei reperti provenienti dalle ville romane del territorio, ad oggi stipati in un Antiquarium umido, chiuso al pubblico dal 1997. In questo spirito di collaborazione abbiamo sentito il dovere, come Circolo Legambiente locale, impegnato da 3 anni nella promozione culturale degli scavi archeologici di Villa Arianna e San Marco, di collaborare a questa iniziativa offrendo visite guidate gratuite il sabato pomeriggio. Cercare di far prendere coscienza, ai cittadini, della storia e del valore del proprio territorio è il primo passo per l’affermazione di una sensibilità civica ed ambientale”.
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