Napoli, le sue maschere, le sue emozioni, rappresentano una fonte d’ispirazione versatile e perenne sotto tantissimi aspetti. La storia di Giacomo Prisco, giovane barman di successo, rappresenta una felice comprova di quanto la napoletanità sappia imprimere una marcia in più ai suoi interpreti più scaltri ed ispirati.
Giacomo, l’altra metà di Giovanni, il fratello pizzaiolo con il quale ha istituito una Pizzeria, piccolo grande impero dei fratelli Prisco nel cuore di Boscotrecase, nel 2015 ha scritto il suo nome negli annali della storia dei barman più in auge d’Italia, conquistando un prestigiosissimo titolo nazionale presentando al cospetto della giuria un drink dedicato all’icona di bellezza per eccellenza: Sofia Loren.
Più che drink, un vero e proprio cioccolatino da gustare dopo cena: una base di cioccolato e rhum invecchiato, in particolare Bacardi 8, ma Giacomo precisa che qualsiasi rhum invecchiato può facilmente adattarsi alla sua “ricetta segreta”, liquore all’arancia, precisamente Cointreau, quindi un infuso distillato a base di bucce d’arancia dolci e amare, Baileys al cioccolato fondente, sciroppo di noccioline caramellate, una crema gourmet di nocciola e cioccolata, a volte preparata direttamente da Giacomo, altre volte, invece, utilizza una crema gourmet della linea Fabbri che come Mr Prisco spiega, possiede una consistenza che ben si adatta alla miscelazione, sul ghiaccio non lascia grumi, aspetto importantissimo e difficile da creare, e soprattutto riesce ad amalgamarsi bene con le altre consistenze e rispettivi sapori. Infine, il drink viene decorato con una spolverata di noce moscata: un cocktail che definire suggestivo appare riduttivo per quanto corposo e al contempo singolare è il mix di sfumature raccolte ed esibite in un semplice bicchiere da cocktail.
A prevalere è il sapore della nocciola, mentre il rhum provvede a dare corpo, il Baileys rafforza il valore del cioccolato, il Cointreau conferisce una nota agrumata che lo rende anche fresco.
“Una ricetta che possiede tutte le caratteristiche richieste ad un cocktail: forza, acidità, freschezza, morbidezza, la speziatura conferita dalla spolverata finale di noce moscata. – spiega “il papà del cocktail “dreaming Sofia” Giacomo Prisco – Un drink che rispetta appieno le regole di preparazione del cocktail. Le grammature, poi, lo rendono ben bilanciato.”
Un drink al quale è legata “una storia nella storia”, come lo stesso Giacomo racconta: “Dovevo prepararmi per i campionati del 2015, gli ultimi ai quali ho partecipato. Dovevo presentare un cocktail after dinner. Ai campionati nazionali si accede vincendo i regionali. Di conseguenza, partecipa un barman per ogni regione e il vincitore va a rappresentare l’Italia ai campionati mondiali. Quell’anno vinsi a Loano, aggiudicandomi il pass per i campionati mondiali che si svolgevano a Sofia. Da qui nacque l’ispirazione per il nome da affrancare al drink che presentavo: “Dreaming Sofia”, a dimostrazione del fatto che partecipare alla finale era un desiderio sentito, un vero e proprio sogno. Poi, mi venne l’idea di aggiungere i puntini sospensivi e il cognome della Loren, in omaggio alla star più illustre di tutti i tempi che ha rappresentato Napoli nel mondo. Un omaggio alla mia terra e a quello che la mia terra ha dato al mondo attraverso un’icona come la Loren. A tante dive del cinema, inoltre, è stato dedicato un cocktail, non vedo perché la “nostra” Sofia non doveva ricevere un omaggio simile. Mi piace pensare che un giorno saprà che le ho dedicato un cocktail e me la ritroverò accanto al bancone, impaziente di assaggiarlo.
Un gioco di parole e sentimenti che in ogni caso mi ha portato fortuna: grazie a quel drink ho vinto il titolo nazionale e a Sofia conquistai il podio, arrivando terzo con la presentazione di un altro cocktail.
“Dreaming Sofia…Loren” è un cocktail che nasce di notte, dopo il lavoro, come tutte le mie creazioni. È il momento in cui dispongo di una concentrazione maggiore e ho più tempo da dedicarmi per ascoltare le mie ispirazioni. Per quanto può sembrare bizzarro, almeno per me è così. Un drink frutto del lavoro di un anno e a giudicare dal successo portato a casa direi che è andata bene!”