Villaricca (Na), 10 aprile 2009 -Vittorio Maglione è un ragazzo di Villaricca. Era il tardo pomeriggio del venerdì che precede la Pasqua, lungo le strade della cittadina si svolgeva la via Crucis. La chiesa della Madonna dell’Arco di Villaricca, era gremita.
Il 13enne che frequentava la seconda media alla Siani di Villaricca ha consegnato i suoi ultimi pensieri al mondo virtuale: ha pubblicato il suo annuncio di morte in chat e poi si è tolto la vita.
Un biglietto per salutare tutti, una frase di rancore verso il padre camorrista, ”non voglio diventare come te”.
Poi però gli ha mandato un bacio al momento di dirgli addio. Questi gli elementi più forti che emergono dalla lettera lasciata da Vittorio ai genitori prima di salire su una sedia e impiccarsi a soli tredici anni.
Tutti, amici e parenti, ben sapevano quanto Vittorio fosse diverso dal contesto familiare d’origine. Vittorio voleva abbandonare una strada che per lui sembrava segnata: quella della delinquenza, che aveva portato suo padre Francesco in prigione fin da giovane per un’accusa di omicidio – da cui venne assolto per insufficienza di prove – e poi a diventare un elemento di spicco del clan Ferrara, legato ai Mallardo e ai Casalesi. La stessa strada di suo fratello Sebastiano, trucidato a 14 anni da un branco di Mugnano per aver tentato di rubare il motorino alla persona sbagliata.
Soprattutto la morte del fratello, nel 2005, aveva segnato la vita di Vittorio: all’epoca aveva appena 9 anni e da allora portava sempre in tasca una foto del fratello maggiore ucciso. Eppure Vittorio sembrava diverso.
Si era anche appassionato alla vicenda di Giancarlo Siani, il giornalista de “Il Mattino” ucciso dalla camorra a cui è intitolata la scuola media che il ragazzo frequentava.
Vittorio ha consegnato a Messenger, un programma di chat molto in voga tra i giovani prima dell’avvento dei social network, le sue intenzioni, dicendosi stanco, senza speranza per il futuro.