Saranno circa quattromila gli atleti ai nastri di partenza della quarta edizione della Napoli City Half Marathon, la mezza maratona giunta alla sua quarta edizione in programma domenica 5 febbraio 2017.
La città di Napoli è pronta ad essere invasa da un fiume di atleti che nella prima domenica di febbraio si sfideranno lungo uno dei percorsi più suggestivi e che attraverserà alcune delle zone più belle della città.
Il percorso, certificato IAAF e AIMS, è di categoria A (primati omologabili e prestazioni inseribili in graduatoria nazionale) e attraversa molte delle strade più belle di Napoli (Lungomare, Centro storico). Nel 2016 sono state apportate piccole modifiche atte a rendere il tracciato ancora più tecnico e spettacolare.
Dalla Mostra d’Oltremare al Lungomare, da piazza del Plebiscito – luogo simbolo della città – al centro storico, fino allo spettacolare arrivo all’interno della Mostra: un percorso che attraversa molti dei luoghi più belli di Napoli. Da vivere di corsa, durante la gara e da scoprire con calma, a “passo di turista”, nei giorni precedenti.
Ecco le tappe più suggestive del percorso che è un autentico itinerario alla scoperta di Napoli:
PIAZZA SANNAZARO, FONTANA DELLA SIRENA. Partiti da viale J. F. Kennedy, altezza Mostra d’Oltremare, correrete i primi chilometri di gara nel quartiere Fuorigrotta. Dopo l’attraversamento della Galleria di Posillipo, piazza Sannazaro accoglierà il vostro ingresso nella zona del Lungomare.
La fontana della Sirena si trova al centro della piazza: costruita a metà dell’Ottocento da Francesco Jerace, la fontana era sita nei giardini di piazza Garibaldi, nei pressi della stazione ferroviaria; fu portata nel luogo attuale nel 1924, contestualmente all’apertura della Galleria. Su un grande scoglio posto al centro della vasca circolare interrata, circondata da quattro animali marini si erge la sirena, che tiene una lira tra le mani. Avete di fronte la protagonista della celebre leggenda sulle origini di Napoli: la sirena Partenope, innamorata di Ulisse, cercò di ammaliarlo col suo canto e di attrarlo verso il profondo del mare (acque del Golfo di Napoli). L’eroe riuscì a resisterle, facendosi legare all’albero della nave mentre costeggiava la baia. La giovane sirena si uccise e il suo corpo fu raccolto dalle correnti sullo scoglio di San Leonardo a Mergellina.
VILLA COMUNALE, LUNGOMARE, FONTANA DEL GIGANTE, CASTEL DELL’OVO. Via Caracciolo, su cui si affaccia la Villa Comunale, segna l’inizio del Lungomare di Napoli arrivando da Mergellina. La Villa Comunale si estende per oltre 1 km tra piazza della Vittoria e piazza della Repubblica. Il suo primo nucleo risale al 1697: un doppio filare di alberi abbellito da 13 fontane costruiva lungo la Riviera una prima idea di “passeggiata”. Nel 1778-80 l’area fu convertita in vero e proprio giardino pubblico urbano, per opera di Carlo Vanvitelli.
Il Lungomare prosegue su via Partenope: qui, in origine, arrivava il mare. Nel 1869 iniziarono i lavori della colmata che prolungò la terraferma dalla precedente linea frangiflutti – al Chiatamone – verso la perpendicolare di Castel dell’Ovo. A conclusione dei lavori, sulla colmata vennero realizzati il nuovo Borgo Santa Lucia e via Partenope.
Sul lato destro di via Partenope, poco prima di giungere all’altezza di Castel dell’Ovo, costeggerete di corsa la fontana del Gigante, una delle fontane monumentali di Napoli di inizio XVII secolo. Opera di Pietro Bernini e di Michelangelo Naccherino, la sua prima collocazione è stata in Largo di Palazzo (l’attuale piazza Plebiscito), nel punto dove oggi inizia la salita del Gigante, odierna via Cesario Console. Ha poi cambiato più volte collocazione, fino ad assumere la posizione attuale nel 1906.
Castel dell’Ovo è il castello più antico della città. Il suo nome deriva da un’antica leggenda secondo la quale il poeta latino Virgilio – considerato, nel medioevo, anche un mago – nascose nelle segrete dell’edificio un uovo, che manteneva in piedi l’intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.
PIAZZA DEL PLEBISCITO, PALAZZO REALE, CHIESA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA. Dopo circa 6 chilometri di gara, da via Console Cesario entrerete nella più celebre piazza della città: piazza del Plebiscito. Dopo essere stata, per secoli, uno slargo irregolare, teatro di feste popolari, solo dall’inizio del Seicento piazza Plebiscito cominciò ad essere gradualmente riordinata, contestualmente alla costruzione del Palazzo Reale, opera di Domenico Fontana. All’inizio dell’Ottocento, durante il periodo napoleonico, la piazza cambiò completamente volto: per ordine dei monarchi francesi, fu interamente ridisegnata. Il nome “piazza del Plebiscito” fu scelto dopo che, il 21 ottobre 1860, un plebiscito aveva decretato l’annessione del Regno delle due Sicilie al Regno di Sardegna. Sul lato opposto al Palazzo Reale, oltre i circa 25.000 metri quadrati della piazza, sorgono il colonnato e la Basilica di San Francesco di Paola, completata nel 1846.
PIAZZA TRIESTE E TRENTO, FONTANA DEL CARCIOFO. Svoltando, dopo piazza del Plebiscito, verso via San Carlo, il rapido passaggio in piazza Trieste e Trento lambirà la Fontana del Carciofo: costruita negli anni cinquanta del XX secolo, voluta da Achille Lauro, è composta da una vasta vasca circolare che raccoglie l’acqua zampillante dal centro di una floreale corolla (detta popolarmente “il Carciofo”).
VIA SAN CARLO, TEATRO SAN CARLO, GALLERIA UMBERTO I. Attraversando via San Carlo, noterete sulla destra il maestoso Teatro San Carlo: fondato per volontà di Carlo di Borbone, fu inaugurato il 4 novembre 1737, proprio in occasione del giorno dell’onomastico del re, dal quale prese il nome il teatro. È il più antico teatro d’opera in Europa ancora attivo. Per la sua dimensione e la sua struttura, è stato un modello per i successivi teatri d’Europa. Sulla sinistra, invece, una delle aperture della Galleria Umberto I: galleria commerciale costruita a Napoli tra il 1887 e il 1890.
La zona su cui sorge la Galleria era già intensamente urbanizzata nel XVI secolo: un groviglio di strade parallele raccordate da brevi vicoli, che da via Toledo sboccavano di fronte a Castel Nuovo.
Dopo l’approvazione, nel 1885, della legge per il risanamento della città di Napoli, fu approvato il progetto che prevedeva la realizzazione di una galleria a quattro braccia, intersecate in una crociera ottagonale coperta da una cupola. Le demolizioni degli edifici preesistenti iniziarono il 1 maggio 1887 ed il 5 novembre dello stesso anno fu posta la prima pietra dell’edificio. Nel giro di tre anni, il 19 novembre 1890, la nuova galleria veniva inaugurata.
MASCHIO ANGIOINO. Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino, è uno storico castello medievale e rinascimentale, nonché uno dei simboli della città di Napoli.
VIA DUOMO, DUOMO DI NAPOLI. Via Duomo è il cardo maior, il più lungo e grande degli antichi cardini cittadini. Per questo motivo incrocia i tre Decumani principali: il Decumano maggiore, quello superiore (Via dell’Anticaglia) e quello inferiore (Spaccanapoli).
La cattedrale del Duomo fu completata nel 1313 e dedicata all’Assunta. In seguito al voto fatto dai partenopei al santo durante una violenta pestilenza, seguita una devastante eruzione del Vesuvio, nel 1526 fu innalzata la Reale cappella del tesoro di San Gennaro. Oggi la chiesa ospita, tre volte l’anno, il rito dello scioglimento del sangue di san Gennaro.
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE. Nel tratto terminale di via Foria, subito prima della lunga discesa di via Pessina e piazza Dante, lascerete alla vostra destra il Museo Archeologico Nazionale: tre le sezioni principali (la collezione Farnese, costituita da reperti provenienti da Roma e dintorni; le collezioni pompeiane, con reperti provenienti dall’area vesuviana; la collezione egizia, al secondo posto per importanza, in Italia, dopo quella del museo egizio di Torino) ospitate dal palazzo del Real Museo, costruito nel 1585 come “caserma di cavalleria”.
PIAZZA DANTE, VIA TOLEDO. Eccovi in Piazza Dante, anticamente chiamata largo del Mercatello perché, dal 1588, sede di uno dei due mercati della città (secondo a quello più grande ed antico di piazza del Mercato). Fino a metà Ottocento, a nord della piazza sorgeva l’edificio delle fosse del grano e a sud erano collocate le cisterne dell’olio, per secoli i principali magazzini di derrate della città. Nel 1625 fu ufficialmente aperta port’Alba: fino ad allora, per facilitare la comunicazione con i borghi alle spalle della piazza, la popolazione aveva usato un passaggio abusivo ricavato nella muraglia. Piazza Dante assunse l’attuale struttura nella seconda metà del Settecento, con l’intervento dell’architetto Luigi Vanvitelli. Al centro della piazza si erge una grande statua di Dante Alighieri, opera di Tito Angelini, inaugurata il 13 luglio 1871.
La storica via Toledo fu voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo nel 1536. Dal 18 ottobre del 1870 al 1980 ebbe la denominazione via Roma, in onore della neocapitale del Regno d’Italia. La strada vede nel 2012 l’inaugurazione della stazione Toledo della Metropolitana di Napoli ed è, a partire da via Armando Diaz fino a piazza Trieste e Trento, interamente adibita a transito pedoni.
STADIO SAN PAOLO. Ormai vicini agli ultimi chilometri di gara, subito prima di rientrare nella Mostra d’Oltremare incontrerete lo Stadio San Paolo: battezzato come Stadio del Sole, cambiò successivamente denominazione per celebrare la tradizione secondo la quale San Paolo avrebbe raggiunto l’Italia attraccando nella zona dell’attuale Fuorigrotta. La struttura venne inaugurata il 6 dicembre 1959, con la gara di campionato fra Napoli e Juventus terminata 2-1 per gli azzurri.
MOSTRA D’OLTREMARE: VIALE DELLE PALME, VIALE DELLE ORTENSIE, ARENA FLEGREA, FONTANA DELL’ESEDRA. La Mostra, nata come Triennale d’Oltremare, fu ideata ed allestita nel 1937 per ospitare una manifestazione celebrativa dell’espansione coloniale del regime fascista.
Alla decisione di situare a Napoli la fiera, seguirono vivaci discussioni sull’ubicazione: fra le collocazioni proposte si optò per la Conca Flegrea – tra Bagnoli e Fuorigrotta – che per la configurazione pianeggiante, la vicinanza al mare ed alle zone archeologiche di Cuma ed Averno, secondo i promotori poteva assolvere meglio di qualunque altro luogo la funzione di polo turistico e commerciale.
Il progetto si poneva storicamente nell’ambito del programma per il rilancio della città, enunciato da Mussolini con lo slogan “Napoli deve vivere”, articolato nei 5 punti elencati ai cittadini napoletani nel 1931: “Agricoltura, Navigazione, Industria, Artigianato, Turismo”.
Inaugurata il 9 maggio 1940, la I Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare terminò appena un mese dopo, a causa dell’inizio della II guerra mondiale e dei bombardamenti che la colpirono, determinando la totale chiusura dell’area fino agli anni Cinquanta.
Nel 1952, riparati gli ingenti danni provocati dalla guerra, la Mostra venne riaperta in occasione della I Mostra Triennale del Lavoro Italiano nel Mondo.
Dopo alcuni decenni di mancata cura e valorizzazione, il 16 gennaio 2001 nasce Mostra d’Oltremare Spa: Società per Azioni che ha il compito di imprimere nuova vita all’intera area, sfruttandone le enormi potenzialità con l’organizzazione di fiere ed eventi.
Il passaggio nei due principali viali alberati (viale delle Palme e viale delle Ortensie) vi condurrà nei pressi dell’Arena Flegrea, monumentale teatro in travertino bianco con 6.000 posti di capienza.
Giungerete poi alla spettacolare Fontana dell’Esedra: parte del progetto originario del 1940, per la sua inaugurazione fu composta la sinfonia “Fontane d’Oltremare” dal Maestro Guido Pannain. La decorazione in ceramica fu realizzata nel 1952 da Giuseppe Macedonio. La struttura, ispirata al modello settecentesco della fontana della Reggia di Caserta, con la sua estensione di 900 metri quadrati (76 vasche ad esedra) è in grado di contenere una massa d’acqua di 4000 metri cubi ed emettere getti alti fino a 40 metri.