Poeta, paroliere e scrittore Ettore de Mura ( Napoli 1902-1977 ), rappresenta la memoria storica della Napoli musicale.
Vissuto negli anni in cui la canzone napoletana aveva ancora i suoi spazi vitali, di quel mondo fu uno studioso e un cultore. Poeta in vernacolo molto fecondo, biografo dalla memoria lunghissima e scrittore puntuale di cose napoletane, è ricordato per la gentilezza d’animo, per la mitezza e signorilità, oltre che per lo scibile di cui ha gratificato intere generazioni.
Assiduo frequentatore del Corriere di Napoli, andava quasi ogni mattina, all’ora del dopo cappuccino, per parlare con Aldo Bovio, di canzoni napoletane. Collaborava all’organizzazione dei grandi spettacoli musicali legati alla “Settimana motonautica” e a “Bontà di Napoli” di cui Bovio era l’inesauribile patron e con lui discuteva di spettacoli, di prove, di cantanti, di Festival e delle “ultimissime” portate da Enzo Berri, direttamente dalla Galleria.
Nell’ambiente era noto come autore di canzoni e i “giovani” dell’epoca lo conoscevamo soprattutto per “Suspiranno ‘na canzone”, “Serenatella sciuè sciuè” e “Tuppe tuppe mariscià”, canzoni ultrapopolari presentate poi al Festival di Napoli.
Negli anni 50, svolse anche l’attività di regista in alcune commedie leggere, presso il circolo della SME, ma la sua grande passione era indubbiamente quella dello scrittore, dalla fervida attività poetica, al più pacato romanzo in prosa, alla scientifica ricostruzione del passato artistico napoletano, di cui un esempio notevole è un’antologia documentata, intitolata Poeti Napoletani dal 600 ad oggi.
Ettore de Mura era anche un appassionato collezionista, negli anni aveva svolto un certosino lavoro di raccolta di migliaia di libri sulla città di Napoli, fotografie e giornali, autografi e ritratti, dischi e lettere, stampe, ceramiche e porcellane, disegni e locandine del più vecchio teatro di varietà e di sceneggiata, spartiti e copielle, fogli volanti su cui si stampavano i versi da lanciare in una città dove la canzone d’autore aveva alloggio ed appassionata diffusione. E un gran numero di bellissimi fascicoli a stampa dedicati alla festa di Piedigrotta con copertine illustrate, testimonianza di una ricchissima produzione editoriale e dell’impegno di artisti ed illustratori di grande talento.
In una stanza accogliente di Castelnuovo è custodito tutto questo grande accumulo di materiali, acquistato meritoriamente dall’Amministrazione Comunale di Napoli, così non è andato disperso come altre collezioni. Catalogato e archiviato con cura, da tempo può essere consultato da studiosi ad appassionati che ne fanno richiesta all’Ufficio Cultura del Comune di Napoli. Ora una parte della collezione di Ettore de Mura è in mostra per la gioia e la curiosità di napoletani e turisti. Qualcuno vi ritroverà frammenti del proprio ricordo, di racconti familiari che sembravano persi. Altri troveranno nelle curiose testimonianze di un passato non troppo lontano, la storia di non più ripetibili momenti di festa. In questo secondo segmento sotterraneo di un “percorso della memoria” nella nostra cultura e nel mondo dello spettacolo, che da sempre alimenta una delle più belle leggende della nostra città.
De Mura utilizzò parte di questo materiale, per redigere la preziosa Enciclopedia della canzone napoletana (edita da Alberto Marotta) che rappresenta una tra le maggiori opere letteraria del ‘900 riguardante il tema della canzone napoletana dal 1200 al 1968.
- Il primo volume, formato da 491 pagine, tratta il panorama della storia della canzone napoletana, con la lista dei poeti, musicisti, illustratori ed editori che hanno dato un contributo al genere musicale.
- Il secondo volume, formato da 499 pagine, presenta una lista dei maggiori gavottisti, posteggiatori e cantanti, arrivando alla presenza di più di duecento personaggi.
- Il terzo volume, di 538 pagine, è dedicato ai teatri, al Festival di Napoli ed alle canzoni. Quest’ultime sono divise per soggetto e per successo