Nasce al Vomero (Na), nella scuola media statale “Viale delle Acacie”, un corso di lingua e cultura napoletana: “Napulitanamente”.
A presentare il progetto è stato il professore Ermete Ferraro, insegnante di Lettere che, da molti anni, si occupa di ecologia linguistica e di rivalutazione della lingua napoletana. Il progetto è stato svolto con successo anche presso la SMS “A. Sogliano” nella zona di Porta Capuana, attraverso un corso triennale di Napoletano.
Ermete Ferraro ha tradotto in napoletano vari testi (fra cui i primi 50 Salmi della Bibbia dall’ebraico) ed è autore di una piccola grammatica in napoletano. Inoltre, è collaboratore dell’ Istituto Linguistico Campano, diretto dal professore Amedeo Messina.
La Dirigente dell’Istituto, la dott.ssa Maria Teresa Stancarone, ed il collegio dei Docenti hanno accettato di aggiungere fra le attività extracurricolari anche questa offerta formativa che, vuole far conoscere, approfondire ed apprezzare il lessico e la grammatica napoletana ma, anche la cultura e la letteratura.
Il corso prevede 14 lezioni settimanali, di 50 minuti, in orario pomeridiano. Le lezioni, si svolgeranno in un’aula attrezzata con lavagna interattiva multimediale e si utilizzerà un metodo laboratoriale.
Si tratta quindi, di un corso originale di lingua e cultura napoletana che, ha la finalità di insegnare agli alunni le regole di pronuncia, scrittura e lettura del Napoletano, le sue principali caratteristiche lessicali e morfo-sintattiche, ma anche d’introdurli alla grande tradizione culturale partenopea.
Infatti, non va dimenticato che, la lingua napoletana è, per l’appunto una lingua che, accanto all’italiano, è parlato nelle sue variazioni territoriali, in molte zone dell’Italia meridionale: nelle regioni della Campania, della Basilicata, della Calabria settentrionale, delle Marche meridionali, dell’Abruzzo, del Molise, della Puglia e nel Lazio meridionale, al confine con la Campania.
Inoltre, non si può più sostenere che, siano i napoletani stessi, a dare eccessiva importanza al loro dialetto dato che, in tempi recentissimi, è stato l’UNESCO, a riconoscerlo come patrimonio per l’intera umanità.